La
quarantena dettata a tutti a causa del Covid-19 ha costretto molte
persone a fermare il proprio turbinio quotidiano, a dare uno stop a
ciò che fino a quel momento era stato e sembrato necessario. Così, nelle mura delle proprie case,
almeno nelle situazioni più fortunate, ci si è trovati di primo
acchito a dover pensare a come passare il tempo sino ad allora
riempito di tante cose.
Spot pubblicitari, testate giornalistiche, articoli di esperti e specialisti si sono dedicati a dare consigli e a metter in circolo saperi per sostenere “l'uomo” in questo periodo di delicato “arresto”(che poi pare che per molti il tempo sia comunque frenetico tra gestione di casa, figli e Smart Working). Forse si teme che il tempo non possa fruttare , si perda tempo o che semplicemente non siamo abituati a “stare”, a procedere con lentezza come la Pedagogia della Lumaca di Gianfranco Zavalloni ci insegna.
Spot pubblicitari, testate giornalistiche, articoli di esperti e specialisti si sono dedicati a dare consigli e a metter in circolo saperi per sostenere “l'uomo” in questo periodo di delicato “arresto”(che poi pare che per molti il tempo sia comunque frenetico tra gestione di casa, figli e Smart Working). Forse si teme che il tempo non possa fruttare , si perda tempo o che semplicemente non siamo abituati a “stare”, a procedere con lentezza come la Pedagogia della Lumaca di Gianfranco Zavalloni ci insegna.
Eppure,
tale condizione non è una novità per quelle persone che
appartengono alla fascia definita“
fragile” e che hanno esperienza continua dell'attesa, dello stare e
della ricerca del fare (magari condiviso che è più bello). Forse
stiamo assistendo ad una rivoluzione copernicana che fa della
fragilità un esempio da cui apprendere o forse in questo momento più
che mai la condizione di fragilità appartiene a tutti?
Il
teatro ancora una volta ci offre degli spunti di riflessione e
riprendendo alcune battute da “Le voci di dentro”, il
grande Eduardo de Filippo parla del "papariare" in un dialetto efficace e
diretto come quello napoletano.
“A 'mme me fa piacere
quando la mattina mi sveglio così, tengo un poco di tempo e mi posso
papariare per la casa. Papariare, cioè fare con comodo tutte quelle
piccole cose che uno ha sempre rimandato, non ha mai fatto, poi dico
tengo un poco di tempo e lo faccio.”
La traduzione in italiano di “papariare” è “galleggiare
oziosamente, godere di una situazione di relax in acqua”.
Ecco che allora potremmo provare a “papariare” non solo svolgendo
quelle azioni quotidiane che non si riescono a fare, ma cercando
stili di pensiero inusuali per le nostre menti, cambiando prospettiva
di sguardi, provando a “galleggiare” fluttuando anche sulle
proprie fragilità per farne una forza.
In una visione circolare del tempo, si potrebbe dire che le diverse
affermazioni di pedagogisti anche dei tempi passati, come Rousseau e
Freinet, tornano attuali più che mai, promuovendo la valorizzazione
della lentezza, dell'ozio creativo e dell'incontro tra uomo e natura,
in un ottica comunitaria.
E allora, ben venga il "papariare" come riscoperta dell'uomo e della sua natura.
Alessandra G.
CLICCA QUI per il VIDEO "PAPARIARE", E. De Filippo
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